Danza: le parti delle scarpette

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La punta è formata da cinque parti principali:
• Tomaia: parte esterna, ciò che noi vediamo: ricopre il piede ed è in raso o raramente in tela (ormai in disuso). La parte estrema della punta prende il nome di mascherina interna. L’ altezza dipende dalla morfologia del piede, così come per il tallone e la mascherina esterna, che devono anch’essi essere adattati al piede. Per fare in modo che il piede aderisca meglio al tallone, solitamente si aggiunge un elastico che circonda la caviglia.
• Mascherina: la parte che dopo le varie fasi di lavorazione risulta più dura rispetto al resto. Questo comprende anche l’appoggio ossia la punta della scarpa. La cosiddetta “mascherina” può essere più o meno alta rispetto al piede. Non sono fatte di gesso, in quanto si frantumerebbero in breve tempo. Tuttavia alcune ballerine dopo che la scarpetta diventa troppo usurata, ne martellano la punta e tolgono il legno della suola, per poi usarle come normali scarpette da lezione. La punta della mascherina è piatta, in modo da permettere un buon equilibrio, e salendo correttamente sulle scarpette si deve sentire l’angolo che la parte piatta crea. Quando non è più percepibile, è buona norma cambiare le scarpette.
• Soletta: sostiene il piede ed è di varie consistenze. La soletta esterna nelle punte di buona qualità tecnica è in cuoio cucito internamente grazie ad appositi macchinari, mentre la soletta interna (shank) è composta da una combinazione di cartone pressato e/o altri materiali tipo cuoio. Solitamente è composta di una lamina di legno. Per questo, per piegare le scarpette prima del primissimo utilizzo, è consigliabile tenerle mezz’ora su un termosifone. Quando la soletta diventa troppo flessibile per l’usura è necessario sostituire immediatamente le scarpe in quanto la discesa dalla punta può causare slogature alla caviglia.
• Nastri: I nastri in raso che caratterizzano queste calzature vengono venduti staccati dalla scarpa vera e propria, e vanno attaccati al bordo delle scarpette dalla ballerina, regolati in base all’anatomia del proprio piede. Possono essere in raso oppure in nylon. I nastri sono legati correttamente quando passano sul collo del piede incrociandosi una volta soltanto, e poi fanno un giro ciascuno attorno alla caviglia per andare a legarsi dietro o all’interno. Vanno legati stretti perché la loro funzione non è solamente estetica: servono a costringere il piede a scendere dalla punta facendo un determinato percorso, questo trattenere la caviglia limita il rischio di infortuni.
• Elastico: meno conosciuto in quanto è buona norma che si veda il meno possibile. Viene attaccato successivamente all’acquisto della scarpetta, e ha il compito di evitare che la calzatura scivoli via dal tallone.

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